
Andare in una biblioteca civica su suggerimento di una classifica di vendite. Scheda di lettura di un libro con un prontuario per scrivere romanzi in serie.
Meraviglia di Francesco Vidotto, Mondadori, Milano 2017. L’ho preso in biblioteca stamattina, lunedì 20 gennaio.
Sono andato apposta, per via di un articolo de Il Sole di ieri che certifica Francesco Vidotto condomino dei piani alti della hit parade. Primo degli italiani con Onesto, Bompiani, Milano 2024.
Numerose in rete le voci, in genere recensioni (100% positive). Unanimi quanto alla scrittura di Vidotto. Molto “scorrevole”.
Su fb 155.000 e passa folouèrs. Su Instagram, aggiunge chi sa, decine di migliaia (non so di che, scusino).
I suoi libri?
– Sempre tutti in prestito, mi previene la bibliotecaria. – Aspetti
che guardo.
Scivola tra gli scaffali. Sontuosa.
Altroché.
Una effe come minimo.
Sontuosa? Appropriato.
Lo usa anche la Ginzburg (cfr. Dizionario Battaglia).
Ma scivola?
Cosa vuoi che scivoli? Ragiona.
Sarà uno e ottanta.
Eccola. Riappare.
– C’è rimasto solo questo.
– Bene.
Sollevàti.
Tutti e due.
A casa.
*
Cosa fa un treno veloce?
“fila come un siluro” (p. 149)
Si sa che i siluri filano come treni (film americani di una volta)
Com’è la terra del cimitero di Conegliano?
“scura” (p. 122)
Il cuore com’è, di ritorno dal funerale di un amico?
“pesante”(p. 123)
Perché in letto
“immobile come una pietra” “con nel petto una locomotiva” “mi stringevo il pisello”? (p. 39)
“perché avevo bisogno di sentire che c’ero” (p. 39)
Dialogo tra la bimba Lola e suo papà a passeggio nel bosco.
Papà “Il bosco canta, proprio come noi.”
Bimba Lola “Davvero?”
Papà “Tutti questi alberi li vedi?”
Bimba Lola (deficiente magari, ma non cieca) “Sì.”
Papà “Loro salgono in cielo alti, proprio come lunghe dita di legno, e suonano il vento e questa che sentiamo, questa melodia, è la loro voce.” (p. 204)
Come si dice in buon letterariese mi addormentai?
“Lasciai la vita in mano alla notte.” (p. 123)
Domanda: dite cos’è la gioia.
Risposta. “La gioia” “un’emozione fragilissima e impalpabile”
“un momento senza tempo. Non si può trattenere. Accade e scompare.
E così ti fulmina e ti abbandona e tu ne stringi il sapore e non ti rimane che sorridere”. (p. 85, a capo d’autore).
A proposito di palpare e stringere.
Va da sé che un reggiseno ben abitato non si sgancia al primo tentativo. Specie se di principiante (p. 80).
Bisogna insistere.
Sempre che la convenuta abbia pazienza.
E la ragazza Anna l’ebbe altroché.
“Sfiorai la pelle di lei fino a sentire il seno dei velluto e i capezzoli tra le dita”.
“La toccai. […] Era calda, morbida e umida.” (p. 80)
Ma sono disturbati.
Erano peraltro in casa d’altri.
Lei?
“Si guardò attorno come una volpe in trappola”, prese la finestra.
“e così nuda com’era, saltò giù e corse nella campagna…” (p. 81).
*
Domani lo rendo.
Sempre ci sia parcheggio.
Se no sarà sabato, già che devo andare al mercatino per il formaggio tipo malga.
22 gennaio 2025
PRONTUARIO
L’andare a capo appena dopo il complemento oggetto è accortezza capitale.
Hai compicciato una cinquantina di cartelle a base di
– Orsù , fa lui.
– Ciccia, ribatte lei. Malmostosa di una.
(In alternativa?)
– Bell’idea.
A seguire referto analitico (ingrandimento 50x per 1000x) dei contatti ravvicinati di un certo tipo. Quel tipo là.
Il resto?
weather: piove, sớla, mezzo e mezzo;
time: giorno, notte, alba, tramonto;
car: sali, vai, parcheggia, scendi;
bar: dentro e fuori;
drink: sorseggia, tra un superalcolico e l’altro se maggiorenne,
da una lattina (marca e tipo da concordare in agenzia letteraria. Lotti da dodici);
cicche: accendi (una via l’altra) e schiaccia (una via l’altra) nel portacenere,
ma oggidì fa un po’ vintage, salvo Rocco,
Rocco Schiavhammer, cazzo! (cfr. Mike Spillane).
Consìderisi, prego.
Con i debiti a capo, il mazzolin si fa ghirlanda.
Duecento e passa pagine?
Romanzo? Un malloppo.
Ma ocio che il sol mangia le ore.
Avanti popolo.
E dopo cinque, sei, sette, otto settimane?
– Orsù, fa lui.
– Bell’idea, ribatte lei, di bianco vestita (liu-jo).
Stessa borlanda?
No! Tutto diverso.
Starring, stavolta, pure “o malamente”.
E ne combinerà quel bruto.
Solo il Signor sa quante.
Blackout pesto.
Al piano ai colli e sulle crode.
Temporaneo però.
Trionfare no.
Non la trionferà.
Una scia di fuoco nel cupo del blu.
Si schianterà, perdiancina.
Come un meteorismo (Luciano Salce b m) d’agosto.
Con senza-di-lui la luce torna.
Vince l’ amor.
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