Accantonare l’ultimo libro di Laurent Binet, scrittore francese di successo. Reazioni a un romanzo storico basato su cliché e meccanismi narrativi collaudati: carte ritrovate, epistolari, intrighi e omicidi da risolvere, umanisti detective nella Firenze del Cinquecento.
“Qualche anno fa”, nel corso di un giro in Toscana B, trovandosi ad Arezzo, entra in una bottega “…alla ricerca di un piccolo presente da portare in Francia per i miei amici”. Il gestore, “un antiquario con un braccio solo”, “invece di una statuetta etrusca” gli “offrì delle vecchie lettere ingiallite dal tempo” (p. 12).
Cosa fa a quel punto B? Prima le “annusa con sospetto” poi le sfoglia “per assicurarsi che fossero autentiche”. Arrivato alla terza lettera basta. Affare fatto, anche se per “una bella cifra”. Come mai, direte voi? Vi risponderò con l’elenco dei firmatari delle 176 lettere costituenti il mazzo.
Diversamente da quel che ha fatto B (pp. 15-17) ve li proporrò (per esigenze della mia scienza di word) in ordine alfabetico per nome di battesimo. Tra parentesi il numero delle lettere scritte da alcuni tra i personaggi. Non di tutti. L’elenco alle pp. 269-274 (non numerate):
Agnolo Bronzino
Benvenuto Cellini (13)
Caterina de’ Medici, “regina di Francia”
Caterina de’ Ricci, “priora del convento di Prato”
Cosimo de’ Medici, “duca di Firenze”
Eleonora di Toledo, “duchessa di Firenze”
Ercole II d’Este, “duca di Ferrara”
Giambattista Naldini, “pittore, allievo e assistente di Pontormo”
Giorgio Vasari (34)
Giovanni Battista Schizzi, “reggente del ducato di Milano”
Jacopo da Pontormo
Malatesta de’ Malatesti “paggio del duca di Firenze”
Marco Moro (non nell’elenco), sindacalista (6)
Maria de’ Medici, “figlia maggiore del duca e della duchessa”
Michelangelo Buonarroti (11)
Paolo IV, “papa dal 1555”
Petronilla Nelli, “sorella di Plautilla”
Piero Strozzi, “maresciallo di Francia”
Plautilla Nelli, “priora del convento di Santa Caterina a Siena”
Sandro Allori
Vincenzo Borghini, “storico e umanista”.
L’elenco continua dando conto, per migliore intelligenza, di alcuni personaggi sovente citati (pp. 17-18):
Bacchiacca, “vecchio pittore”
Benvenuto Varchi, “un ex repubblicano divenuto storico del regime” (noto ai più come Benedetto, vedi in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 98, 2020, la voce di A. Andreoni. Nel testo, venendo a dir il vero, compare per cognome, almeno alle pp. 35, 81, 83, 94, 98, 106, 113, 132; mi auguro anche oltre ma non so)
Pier Francesco Riccio, “precettore di Cosimo”.
Una bella cifra? Credo bene.
A parte il sindacalista (Filca? Fillea?), vite tutt’altro, ma proprio tutt’altro, che minuscole. In altri, più grami, tempi mettere insieme un bouquet del genere avrebbe richiesto anni e anni di furti con destrezza in archivi e biblioteche. Ma glissons. Come ci confida B a p. 13 “esse formano un insieme che ho divorato fino all’alba e che poi ho ricominciato a leggere al mattino”.
Casomai qualcuno tra quelli ora al remo nelle galee del dottoramento fosse interessato a pensieri-parole-opere (e azioni) di questo o quello tra i personaggi sopracitati sappia che troverà le lettere in questione trascritte per esteso nel volume di Laurent Binet, Prospettive. Un’indagine criminale nella Firenze dei Medici, La nave di Teseo, Milano 2024.
Officiatura imprescindibile, stante che (cfr. risvolto di copertina) tutte le opere precedenti di Binet risultano tradotte almeno in venti paesi diversi come minimo. Una poi, del 2010, in quaranta e passa.
Avvertenza. Le lettere sono offerte in traduzione dal francese. Dal francese? Dubbio: vuoi mai che le mi siano farlocche? Licenze poetiche, con decenza parlando, del tipo Leonardo (da Vinci) detective, dalla prima all’ultima? Giorgio Vasari che indaga? Dottorandi, fratelli all’opra chini, in campana!
Per concludere. Siccome a me oggidì dei temi cardine del libro, ossia della Toscana del Cinquecento e del “manierismo” (p. 267), non me ne importa niente, una volta preso atto della Premessa, dell’Elenco dei corrispondenti e dell’Indice ho piantato lì. Adieu, à jamais.
Chissà, a parte il polar mozzafiato, quanta ironia sopraffina (un romanzo epistolare al dì d’incoeu! Ciùmbia![1]) mi sono perso e ciò “mentre … caco sangue” (p. 263) per vari motivi personali. Ô vieillesse ennemie.
[1] Da una tra le molte recensioni recuperabili in rete: “peut-être le premier roman policier historique épistolaire jamai ecrit”. «Du moins, je n’en connais pas d’autre» nuance l’auteur.” Cfr. Denis Cosnard, «Perspective(s)» de Laurent Binet: s’insérer dans les blancs de l’Histoire, “Le Monde”, 9 settembre 2023.
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