25 aprile 2024: una manifestazione a Bolzano/Bozen su sottofondo di musica. Pace, ambiente, Palestina. Profughi, immigrati, “nonne contro le destre”.
Anche in una città piccola come Bolzano, il 25 aprile ci sono diverse manifestazioni e feste tra cui scegliere. Il sindaco e le autorità organizzano un tour attraverso luoghi simbolici che ricordano i vari gruppi di vittime del nazifascismo e la Resistenza locale; alcune associazioni, col patrocinio del Comune, danno vita a una festa in un’area verde in centro (i “prati del Talvera”, per chi conosce Bolzano); e poi ci sono gli “alternativi”, che organizzano un corteo. Decido di andare lì.
Il corteo parte alle 10,30 da una piazzetta del centro storico (piazza Erbe). Saranno un po’ ai margini del calendario ufficiale delle celebrazioni, ma vogliono occupare il centro della scena, almeno all’inizio. La piazzetta scelta è più precisamente un incrocio, dove si tiene un quotidiano mercato della frutta e verdura: insomma un gran via vai, in uno spazio stretto. Gli/le organizzatori/trici (una radio popolare locale dalla lunga storia: Radio Tandem, insieme a Spazio autogestito 77, Bozen solidale, No excuses, Fridays for future-South Tyrol) sfoderano subito l’efficace sostegno tecnologico del corteo: una cassa amplificatrice collegata a un microfono, trasportata con un carretto, nelle successive stazioni montata anche su un sostegno, per tenerla alta: sono velocissimi nel montare e smontare, non interrompono nemmeno il flusso della musica.
Sono presenti numerosi gruppi locali, come – l’elenco non è esaustivo – lo Spazio (autogestito) 77, gruppi ospiti (rappresentanti del movimento LGBTQ+ da Verona), gruppi transnazionali con sezioni locali (Omas gegen Rechts – Nonne contro le destre), qualche bandiera di partito (Rifondazione), ci sono simboli dei Verdi, rappresentanti del Fronte della Gioventù Comunista (FGC), bandiere della pace, della Palestina, della “azione antifascista”, tanti individui. Almeno una settantina.
Al microfono i primi interventi, in italiano e in tedesco. Sul 25 aprile storico, e sulle sue numerose declinazioni attuali. Fin da subito, nei discorsi l’intervento armato del governo israeliano nella striscia di Gaza è molto presente. Sarà così soprattutto all’inizio del corteo, cori inclusi. Sembra a tratti una manifestazione pro-Palestina, più che un classico 25 aprile: è l’attualizzazione del messaggio resistente, viene spiegato al microfono.
Il corteo si muove e fa diverse tappe, anche simboliche, per esempio davanti al municipio e sotto la sede della SVP (il partito che raccoglie i voti dei sudtirolesi di lingua tedesca, da sempre al governo in provincia, dal dopoguerra in poi).
Prendono la parola (ognuno nella propria lingua, a volte mixandole) i portavoce di numerose e diverse realtà: attivisti per l’ambiente, Emergency, il neo-immigrato africano, la neo-immigrata iraniana, i/le giovani di una di quelle ong che salvano le vite in mare (Mediterranea), giovani di vari gruppi, meno giovani come “le Omas” (anche quando parlano in italiano, si autodefiniscono così), ossia “le nonne contro le destre”, un movimento politico originariamente austro-tedesco, nato per contrastare l’ascesa delle destre estreme in quei paesi, e che ha una sezione anche in Sudtirolo. Spiegano che sono poche oggi qui, perché le altre Omas sono a Vienna e a Berlino.
Sotto la sede della SVP, prendono la parola i membri di un collettivo nato per scongiurare, all’indomani delle ultime elezioni provinciali, la coalizione di governo che all’epoca si paventava, ossia tra quel partito e l’estrema destra tedesca (Freiheitlichen) insieme alla destra (estrema) italiana (Fratelli d’Italia, Lega). La coalizione si è poi realizzata, con una collaborazione inimmaginabile fino a non molto tempo fa. Il risultato generale è un governo provinciale di centro-destra/destra; al di là delle tensioni interetniche, purché di destra. E così il collettivo non si è sciolto e porta avanti la sua protesta, anche oggi.
Alla fine del lungo percorso, il corteo è arrivato in un parco pubblico, nella periferia nord-est della città, dove si è avviata la festa – interamente autogestita e autofinanziata, come sottolineano orgogliosamente gli/le organizzatori/trici: nessun finanziamento pubblico, cibo (vegetariano) a offerta libera (non le birre, quelle hanno un prezzo). Il ricavato, si legge nella presentazione della manifestazione, servirà a sostenere le spese legali per la liberazione di Ilaria Salis, nonché la campagna “Dheisheh resiste” (un campo profughi palestinesi vicino a Betlemme). Dopo i canti lungo il corteo, ancora tanta musica, inclusi/e cantautori/trici locali, alla fine il dj.
Nota. Tutte le foto sono di Stefano Petrungaro.
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