Cronaca di un’assemblea studentesca per lanciare in città un movimento europeo “contro l’estrattivismo”. Programmi e linguaggi. Geografie di una protesta.
Venezia, ore 19 del 22 febbraio 2024, lungo calle del vento, di fronte all’Aula San Trovaso dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Sono le 19, fuori piove. Una ventina di studenti appartenenti a varie facoltà attende in un bar la fine dell’ultima lezione per poter accedere all’aula prenotata in anticipo e poter dare inizio alla loro assemblea. Nell’ultima settimana sono stati condivisi tramite post e pubblicità su Instagram le copertine dei dépliant che pubblicizzano l’avvenimento agli studenti, gli stessi che in forma cartacea sembrano essere ovunque nelle sedi umanistiche dell’università Ca’ Foscari, dalle aule di San Sebastiano ai muri della Biblioteca dell’Area Umanistica e le aule a San Basilio. Sulla copertina, in caratteri cubitali bianchi su sfondo rosso vivo scrivono: “NASCE END FOSSIL VENEZIA / ASSEMBLEA PUBBLICA 22 FEBBRAIO / mobilitiamoci nei luoghi della formazione contro l’estrattivismo in università”. Gli organizzatori sono chiari, viene proclamata la nascita di un nuovo movimento ambientalista nel già attivo e vivace contesto studentesco di Ca’ Foscari.
L’aula si riempie presto, arrivano a esserci una sessantina di persone. Tutti si siedono in cerchio sui banchi e si dà inizio all’assemblea. Il primo discorso è introduttivo ha per obiettivo una spiegazione dei metodi di discussione generali: per esprimere assenso si alzano le mani e le si scuotono, mentre le si abbassano se si è in disaccordo, si alza la mano per prenotare il proprio intervento. Segue una presentazione generale di ogni partecipante in sala, ognuno annuncia il proprio nome e i pronomi (maschili, femminili, neutri) da utilizzare per riferirsi e interpellarsi reciprocamente. Questa procedura viene svolta al fine di garantire uno “spazio sicuro per tutti dove sentirsi accettati e liberi di esprimere la propria opinione”, per garantire un’inclusione e un rispetto per il prossimo nei discorsi. Viene inoltre offerta una traduzione istantanea in inglese, fatta da uno studente, per i pochi (forse un paio) non italofoni presenti.
Finita questa introduzione, l’assemblea entra nel vivo dei temi trattati: il clima e le università. “I temi centrali dell’assemblea,” dice una delle organizzatrici “sono divisi in obiettivi a breve e a lungo termine: i primi sono inerenti alla realtà locale e riguardano il parlare di clima all’università, analizzando la crisi climatica e il ruolo dei luoghi del sapere come complici della crisi tramite i loro accordi e finanziamenti con altre entità; il secondo invece si inserisce nell’internazionalità del fenomeno, che, come dichiarato dal nome stesso del movimento, punta alla fine dell’industria e dell’economia incentrata sui combustibili fossili. Il mezzo per arrivare a questi obiettivi è partire dai luoghi di formazione culturale, occupando e spingendo le università a interrompere gli accordi e le partnership con le grandi aziende del fossile”.
Prosegue poi spiegando che End Fossil nasce come campagna di occupazione internazionale a novembre-dicembre 2022. Partendo da Spagna e Portogallo, per poi espandersi in Regno Unito e Germania, si sta ora diffondendo in tutta Europa. La loro prima ondata di occupazioni è coeva alla nascita del movimento e si rifà allo spirito sessantottino, occupando 50 università e scuole tra Spagna, Portogallo, Regno Unito e Germania. In Italia il movimento sembra arrivare solo nei primi mesi del 2023, le testimonianze dei presenti e la documentazione accessibile indicano Pisa come primo centro, seguito poi da una diffusione sia a nord che a sud soprattutto nelle grandi città (Torino, Milano, Roma, Palermo e altre ancora). A oggi ci sarebbe una decina di ramificazioni del collettivo in Italia. La diffusione internazionale del movimento porta a una seconda ondata di occupazioni di scuole e università a maggio 2023: se ne contano 75 in quasi tutte le città europee in cui è presente End Fossil, tra cui Roma e Pisa.
Tra gennaio e febbraio 2024 End Fossil raggiunge tramite la diffusione del proprio programma sui social il territorio Veneziano. Qui suscita l’interesse di alcune studentesse del dipartimento di “Environmental Humanities” dell’università Ca’ Foscari, che, mosse da un senso di dovere verso il proprio futuro e quello dei loro coetanei decidono di prender parte con spirito rinnovatore a un contesto di attivismo ambientalista, legandosi a realtà politiche e sociali locali. Tra questi è forte il supporto di altri collettivi preesistenti nel contesto studentesco veneziano, come Liberi Saperi Critici (LiSC), collettivo ambientalista, transfemminista e anticolonialista tra i più attivi e dinamici dell’isola e i cui rappresentanti erano presenti all’assemblea.
Gli organizzatori dell’assemblea spiegano che EF al momento è presente quasi esclusivamente nei dipartimenti umanistici, motivo per cui intendono fare campagne di sensibilizzazione.
Il loro principale obiettivo al momento è una diffusione interna agli altri dipartimenti, in particolare nel Campus Scientifico di Ca’ Foscari a Mestre dove, sia per via della distanza fisica tra Mestre e Venezia, sia per la forte resistenza e disinteresse verso lotte ambientali e sociali, EF e gli altri collettivi quali lo stesso LiSC non riescono ancora a inserirsi.
Una delle organizzatrici prende quindi la parola per annunciare la dichiarazione d’intenti del movimento:
“Questa è una campagna nata da una volontà di mobilitarsi e protestare contro lo stato delle cose presente a Ca’ Foscari, proponendo alternative. Nel caso specifico questo si inserisce in una generale aziendalizzazione e privatizzazione dell’università. Come nei rapporti con Crédit agricole e la Carta conto, dove gli studenti sono obbligati ad aprire un conto per avere borse di studio. Non sapendo che essa è una delle principali azioniste di industrie fossili e collabora con Eni, che ha una presenza subdola ma ramificata a Ca’ Foscari.
Eni è macchiata di crimini in tutto il mondo, agendo specialmente nel sud globale, come in Mozambico, dove è complice e responsabile non solo di sfruttamento ed estrazione dei combustibili fossili ma lavora con una strategia e un’ottica colonialista che devasta territori e popolazioni. Noi vogliamo fare qualcosa per cambiare questo stato di cose, richiediamo la recisione da parte di Ca’ Foscari di questi accordi e un sostegno con aiuto di studenti che porti a un vero cambiamento”.
La strategia di End Fossil a Ca’ Foscari è quindi di proporre e attuare una campagna di cambiamento e sensibilizzazione locale che si intersecherà con la più generale direttrice anti fossile, partendo dai luoghi di cultura per “spingere l’università a cessare ogni tipo di collaborazione e accordi con aziende devastatrici del fossile, col fine di iniziare il processo di defossilizzazione dai luoghi del sapere”. Nell’immediatezza, afferma uno dei promotori del movimento, si stanno organizzando per proporre la creazione di corsi obbligatori sulla crisi climatica e per “creare una comunità energetica a partire dall’università”.
Per attuare questo piano vengono stilate le prime rivendicazioni immediate da presentare agli organi universitari, perché siano trasformate in una serie di “scelte coerenti da parte di Ca’ Foscari sul proprio impegno per portare una giustizia climatica e ambientale seria”. L’elenco comprende:
- – Cessazione dei rapporti con Crédit Agricole, con un’alternativa da elaborare negli incontri a seguire.
- – Trasparenza nei rapporti che Ca’ Foscari ha con le aziende, a oggi non chiari o difficili da trovare, con conseguente libertà di richiesta di accesso agli atti dell’università.
- – Percorso di autoformazione obbligatorio sulla giustizia climatica, creazione di un corso ad hoc e campagna di sensibilizzazione interna.
- – Concretezza e limitazione del green washing, pensare al ruolo dell’università nel ruolo di cambiamento, proporre modelli alternativi di costruzione di comunità energetiche.
Queste richieste sono ritenute “fattibili” e pongono molta importanza sul fatto che questo non si tratta di un movimento di protesta, ma di alternativa.
L’assemblea infine passa al ruolo di End Fossil come tassello di una campagna molto più ampia che comprende anche l’antibellicismo. In altre parole, la mobilitazione contro la crisi climatica raccoglie anche molte più lotte insieme. Uno degli interventi, da parte di una delle rappresentanti del gruppo LiSC, esemplifica questa idea:
“La lotta climatica è e deve essere anticapitalista, deve combattere tutto il sistema in cui viviamo. Tutto è parte di una lotta più grande. Il primo passo è trovarsi, discutere e creare una mobilitazione collettiva che cambi e cerchi di cambiare gli ambienti che viviamo collettivamente e individualmente. Il cambiamento non può venire solo dalle cose individuali ma da un cambiamento generale, siamo studenti in università ed è il luogo che viviamo collettivamente, è perfetto per partire. Questa stessa assemblea è una base dal basso per mobilitarci”.
Il senso di responsabilità e partecipazione “verso la questione palestinese e l’attuale genocidio in corso” è forte. Uno dei presenti spiega il collegamento ricordando il ruolo di ENI, uno dei bersagli della campagna di EF a Ca’Foscari: “recentemente ENI ha vinto un bando per l’estrazione di gas davanti alla striscia di Gaza, prima ancora che questa venisse occupata, legandosi quindi automaticamente alla lotta e alla questione palestinese. La complicità dell’istituzione italiana è presente nei rapporti tramite i programmi Erasmus rimasti aperti con le università israeliane, chiudendo invece i rapporti con le università palestinesi”.
A detta degli organizzatori, lo spirito che questo nuovo collettivo vuole manifestare non è quindi solo una generica “giustizia climatica”, ma una giustizia in senso lato, con un obiettivo programmatico. EF si può dunque definire un movimento ambientalista, anticapitalista, anticolonialista, terzomondista e femminista; un intreccio di lotte e idee che si rifanno allo spirito sessantottino, ma con nuovi fondamenti.
Dopo circa un’ora gli organizzatori annunciano l’inizio dell’ultima parte dell’assemblea, dove verrà applicato un diverso metodo di dibattito con il fine di rendere tutti partecipi. I presenti vengono divisi in gruppi uguali con il compito di discutere le proposte e i temi affrontati nella presentazione per ragionare sui dubbi e sui metodi da applicare per far funzionare le proposte presentate. Nel frattempo, un membro volontario da ogni gruppo segna le conclusioni raggiunte. Una volta finito il tempo stabilito dagli organizzatori ogni gruppo esprime, attraverso gli appunti del volontario, i pensieri e le conclusioni a cui sono arrivati.
Il bilancio finale è positivo riguardo le proposte, con solo qualche dubbio presentato sull’effettiva efficacia del movimento. Per la maggior parte però le riflessioni tra gruppi hanno riaffermato l’importanza degli obiettivi da percorrere, con qualche aggiunta:
- – La necessità di una forte campagna di informazione negli ambienti universitari.
- – La necessità di espansione nei campus scientifici in primis e nella speranza di creare una quinta colonna interna alle istituzioni che possa aiutare nelle richieste avanzate dagli studenti che rappresentano il movimento EF.
- – La necessità di sensibilizzare l’università e chi vi partecipa riguardo ai temi portanti del movimento.
Alle 21 l’assemblea viene dichiarata conclusa, le riflessioni finali vengono trascritte dagli organizzatori che ringraziano tutti i presenti per la partecipazione, presentando infine un rinfresco vegano a offerta libera per finanziare la stampa dei volantini e le eventuali attività future. Prima di congedare i presenti gli organizzatori invitano tutti a seguire gli aggiornamenti sui canali social per i prossimi incontri, incitando infine a sensibilizzare e informare i loro conoscenti sul progetto e sui temi che tratta per aumentarne la diffusione.
Fonti:
https://www.instagram.com/endfossil/
https://www.uniroma1.it/it/notizia/mobilitazione-end-fossil
https://ilmanifesto.it/end-fossil-le-universita-italiane-occupano-per-il-clima (edizione del 26 novembre 2023)
Registrazione e appunti dall’assemblea.
Nota della redazione. Questo articolo nasce dagli incontri del Laboratorio di documentazione e storia del tempo presente che la redazione di altrochemestre.it ha curato nell’ambito del corso di Storia sociale tenuto da Alessandro Casellato (Università Ca’ Foscari, Venezia, febbraio-marzo 2024).
L’immagine di apertura è il logo del movimento (foto tratta da endfossil.com).
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