Postioma, marzo 2024. Interviste per un dizionario.
Oggetto della mia ricerca è la definizione di “foresto”, persona proveniente “da fuori”, nell’ambito di Postioma, frazione di tremila abitanti nel comune di Paese, nel trevigiano. Nella mia indagine mi sono mosso nel centro del paese, dove, intorno a piazza Montello (in realtà biforcazione della strada statale 348 Feltrina) si trovano la chiesa parrocchiale di san Giorgio e sant’Elena, l’edicola tabaccheria, il bar Centrale e la piccola erboristeria. In questi luoghi, ho intervistato quattro persone, tutte provenienti da famiglie native di Postioma: Federico V., 54 anni, titolare dell’edicola-tabaccheria; Angelo B., di 81 anni, pensionato ex contadino e camionista; Giampaolo B., di 55 anni, bancario, e infine Beatrice U., di 32 anni, titolare dell’erboristeria.
L’aver intervistato persone di diversa età mi ha mostrato come la definizione di foresto, comunemente usata da persone oggi ottantenni, tende a non esserlo per persone, pur essendo nate in paese, oggi trentenni. L’intervista si è imperniata su due domande: chi è il foresto? Da dove bisogna provenire per essere considerato foresto? Registrando le loro risposte e considerazioni, ho cercato di formulare la definizione di foresto, strutturando come voce di un dizionario.
***
foresto [fo・rè・sto] agg. e s.m. (f. –a) 1. agg. (arc.) Remoto; disabitato, selvatico; estraneo e ostile ◇ region. Campagnolo, rustico; fig. rozzo 2. s.m. (f. –a), veneto. Forestiero. [dal lat. foris “fuori”]. (Devoto, Oli, 1995) 3. Persona non appartenente alla comunità del paese, spesso coincidente con quella parrocchiale. Persona che non abita nel paese o nella località, che risiede al di fuori del paese; non è abituale della zona. 4. Sconosciuto. Si sa poco o nulla su di lui. Individuo che non si è mai visto in giro. “Una persona foresta è intesa come una persona che non hai mai visto” (Federico V, 54 anni, commerciante). 5. Da fuori. Persona che viene dall’esterno. Fuori che cambia a livello geografico. A volte è il paese accanto, il comune, la provincia, la regione, lo stato. “Una persona foresta lo è perché non la conosco, anche se viene da un paese vicino come Porcellengo” (Federico V, 54 anni, commerciante). “Se proviene da un paese vicino, come Porcellengo, è metà paesano, dato che i due paesi sono vicini. Nella mentalità vecchia era un foresto uno che proveniva anche da un po’ più distante, per esempio una persona di Paese è un foresto” (Angelo B, 81 anni, pensionato). “Nella vecchia concezione bisogna vedere genericamente: per il paese il foresto era quello che veniva da un’altra località, ma non a qualsiasi distanza” (Giampaolo B, 55 anni, bancario). Fuori che cambia nei tempi più recenti. “Rispetto al passato la mentalità si è evoluta: uno che proveniva dalla provincia era già un foresto” (Angelo B, 81 anni, pensionato). Confine del fuori che si sposta. “Da oggi come oggi i foresti sono fuori dall’Italia, più fuori dal Veneto. Uno di Rovigo è un veneto più in là, non un foresto” (Angelo B, 81 anni, pensionato). 6. Etichetta. Ruolo assegnato dalla comunità a persone non conosciute che arrivano o passano nel paese. È una condizione che può cambiare. Non si è più f. se si è conosciuti dalla comunità. “Magari abita vicino ma se non l’hai mai visto inizialmente è denominato foresto” (Federico V, 54 anni, commerciante). Il f. decade nel momento in cui ci si trasferisce nel paese. “Magari non faceva parte della comunità ma era conosciuto e quindi non era un foresto. In linea di massima il foresto era colui che non era conosciuto. Ma a oggi se una persona non conosciuta si stabilisce nel paese ecco che diventa un ex-foresto, perché entra nella comunità” (Giampaolo B, 55 anni, bancario). Marchio che può rimanere. “Se invece proviene per esempio da Treviso, e lo conosco, lo si nomina sempre foresto, o comunque una persona che viene da fuori” (Federico V, 54 anni, commerciante). 7. La condizione di f. tende a diminuire con il tempo di presenza in un luogo. “Per me nessuno è foresto. Tutti trovano, in qualche maniera, posto in una comunità di qualsiasi tipo, sia cristiana che di altro. C’è qualcuno che ha determinate caratteristiche che è da più tempo in un luogo e c’è chi è da meno tempo in quel luogo” (Giampaolo B, 55 anni, bancario).
***
Nota. Le prime due definizioni di foresto sono tratte da Giacomo Devoto, Gian Carlo Carlo, Il dizionario della lingua italiana, Le Monnier, Firenze 1995.
Nota della redazione. Questo articolo nasce dagli incontri del Laboratorio di documentazione e storia del tempo presente che la redazione di altrochemestre.it ha curato nell’ambito del corso di Storia sociale tenuto da Alessandro Casellato (Università Ca’ Foscari, Venezia, febbraio-marzo 2024).
L’immagine in apertura è un dettaglio dal Dizionario del dialetto veneziano di Giuseppe Boerio, s.v. forèsto.
Lascia un commento